Al Teatro Municipale di Piacenza, domenica 3 marzo alle ore 16, la Stagione Danza prosegue con lo spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri, che proporrà quattro coreografie tra classico e contemporaneo.
Il programma si aprirà con una Suite da Lo Schiaccianoci, balletto firmato dal direttore Olivieri, che introduce subito il pubblico in un’atmosfera fiabesca impegnando tuttavia gli allievi in una coreografia densa di passi di notevole difficoltà tecnica. In scena i danzatori eseguiranno alcuni dei momenti più coinvolgenti del balletto, il Valzer dei Fiori e il Passo a due del Secondo Atto.
Segue Winter, un pas de deux creato da Demis Volpi nel 2016 per celebrare il ventesimo anniversario di Reid Anderson come direttore artistico del Balletto di Stoccarda, sulle note del Concerto in fa minore per violino, archi e continuo “L’inverno”, op. 8 n. 4, RV 297 di Antonio Vivaldi. Ancora un pezzo contemporaneo, Largo di Matteo Levaggi, danzatore e coreografo di grande esperienza, la cui cifra stilistica è sempre stata connotata da un raffinato eclettismo. Levaggi ha ripreso per la Scuola di Ballo dell’Accademia una delle sue creazioni più conosciute, Largo, andata in scena per la prima volta nel 2007 al Théâtre des Champs-Elysées a Parigi su musiche di Šostakóvič per i due danzatori Céline Cassone e Bruno Roy, pezzo entrato poi a far parte del repertorio del Ballet du Grand Théâtre de Genève. Il pezzo era stato concepito con una decisa componente contemporanea, pur essendo stato pensato per danzatori dalla forte matrice classica. La versione elaborata per gli allievi scaligeri, in cui vengono aggiunti altri tre ballerini, parte da un’altra composizione musicale, la Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo di Johann Sebastian Bach. Levaggi adotta delle unità lessicali tipiche del balletto classico, volte tuttavia a risaltare il linguaggio contemporaneo.
Lo spettacolo si chiude con una suite da un caposaldo del repertorio classico, Paquita di Marius Petipa, balletto in due atti e tre scene creato nel 1846 da Joseph Mazilier, su libretto di Paul Foucher e musiche di Édouard-Marie-Ernest Deldevez, ripreso da Marius Petipa per San Pietroburgo nel 1847 prima e nel 1881 poi, su musiche di Ludwig Minkus, con l’aggiunta di un Grand pas classique, una mazurka di bambini, un Pas de trois. Le danze del secondo atto, ricche di virtuosismo, sono state eseguite per molto tempo come Divertissement a sé stante. Gli allievi danzeranno il Pas de deux dal Grand Pas classique e il Pas de trois.
La Scuola di Ballo è il cuore del Dipartimento Danza dell’Accademia del Teatro alla Scala diretto dal 2003 da Olivieri – già direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala dal 2000 al 2007 e dal 2017 al 2020 – ancora oggi fra le istituzioni più autorevoli del mondo per l’alta formazione coreutica.
Fondata nel 1813 da Francesco Benedetto Ricci come “Imperial Regia Accademia di Ballo”, la Scuola scaligera ha visto avvicendarsi alla direzione celebri ballerine e prestigiosi maestri quali Carlo Blasis, Enrico Cecchetti, Ettorina Mazzucchelli, Esmée Bulnes, Elide Bonagiunta, John Field, Anna Maria Prina, solo per citarne alcuni. La Scuola ha formato artisti come Carla Fracci, Liliana Cosi, Luciana Savignano, Oriella Dorella, Roberto Fascilla, Roberto Bolle, Massimo Murru, Nicoletta Manni, Gilda Gelati, Mara Galeazzi, Marta Romagna, Gabriele Corrado, Alessio Carbone, Rebecca Bianchi, Sara Renda, Angelo Greco, Jacopo Tissi, Virna Toppi, Martina Arduino, Alice Mariani.
Articolata in otto anni di corso (fra gli 11 e i 18 anni di età), consente di ottenere un diploma dalla duplice specializzazione in danza classico-accademica e danza moderno-contemporanea, in linea con le esigenze delle grandi compagnie internazionali che richiedono ai ballerini professionisti la padronanza di un repertorio sempre più ampio e diversificato. Durante gli studi gli allievi partecipano a diversi titoli della stagione del Teatro alla Scala e si esibiscono su importanti palcoscenici, in Italia e all’estero. Fondamentale per la loro crescita artistica l’interpretazione delle più note coreografie dei maestri di ieri e di oggi.