
Titolo che ha scalato la classifica delle opere più rappresentate in tutto il mondo, Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Wolfgang Amadeus Mozart, andrà in scena venerdì 11 aprile alle 20 e domenica 13 aprile alle 15.30 al Teatro Municipale di Piacenza, dove è assente da oltre cinquant’anni. Mercoledì 9 aprile alle 15.30 la prova generale dell’opera sarà aperta alle scuole.
A precedere le recite, martedì 8 aprile alle 18 alla Sala dei Teatini è in programma l’ultimo appuntamento della Stagione con la rassegna #AperiOpera a cura degli studenti del Liceo Respighi di Piacenza (ingresso libero) coordinati dalle docenti Elena Metti e Arianna Gazzola, che presenteranno Il flauto magico al pubblico in un’originale reinvenzione e interpretazione della trama.
Il capolavoro mozartiano, nel nuovo allestimento realizzato in coproduzione tra Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Fondazione Teatri di Piacenza, vedrà sul podio Massimo Raccanelli, con la regia di Marco Bellussi, le scene di Matteo Paoletti Franzato, i costumi di Elisa Cobello, le luci di Marco Cazzola e le videoproiezioni firmate da Fabio Massimo Iaquone. Nel cast vocale Antonio Mandrillo (Tamino), Leonor Bonilla (Pamina), Dmitrii Grigorev (Sarastro), Claudia Urru (La regina della notte), Gianluca Failla (Papageno), Alessandra Adorno (Papagena), Lorenzo Martelli (Monostatos), Gesua Gallifoco (Prima Dama), Silvia Caliò (Seconda Dama), Janessa Shae O’Hearn (Terza Dama), Giulio Riccò (Primo sacerdote/Secondo armigero), Carlo Enrico Confalonieri (Secondo sacerdote/Primo armigero) e Gianluca Convertino (Oratore). Saranno impegnati l’Orchestra Città di Ferrara e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati.
Su libretto di Emanuel Schikaneder, la scelta formale è quella del Singspiel che alterna sezioni musicali e dialoghi parlati. La versione che andrà in scena è quella originale tedesca, con sottotitoli in italiano. Die Zauberflöte, com’è noto, è il racconto di un viaggio iniziatico che concentra simboli e contenuti morali di portata universale. Fin dal trionfale debutto del 1791 (pochi mesi prima della morte di Mozart), questo Singspiel si afferma come caposaldo nella storia della musica occidentale. Ambientato in un immaginario antico Egitto, vede il Principe Tamino deciso a sfidare qualsiasi difficoltà pur di salvare Pamina, tenuta prigioniera da Sarastro (inizialmente presentato come perfido rapitore, ma in realtà saggio e illuminato). Complice nell’avventura l’uccellatore Papageno e due strumenti magici. Un’avvincente serie di imprevisti, prove da superare e personaggi bizzarri costella l’impresa di Tamino e Papageno che, spinti dall’amore e dal desiderio di conoscenza, superano l’oscurità del pregiudizio per approdare alla luce della consapevole maturità. L’amore sublime di Tamino e Pamina e quello più prosaico di Papageno e Papagena sono analogamente coronati dal lieto fine e arricchiti da un percorso di crescita, in una visione squisitamente illuminista di uguaglianza e universalità della natura e dei sentimenti umani.
“Fiaba, magia, esoterismo e rito si fondono nel capolavoro mozartiano per dar vita ad una vicenda, quella di Tamino, che allegoricamente rappresenta il percorso iniziatico che ogni individuo dovrebbe compiere per conquistare una maggior consapevolezza di sé ed una più elevata spiritualità – spiega il regista Marco Bellussi – L’assunto, così impegnativo, si stempera in un’atmosfera onirica che trasporta in un mondo “altro” in cui gli animali danzano, il tintinnio dei campanelli incanta e la guida verso la saggezza ed il bene viene affidata ai fanciulli, i tre Geni. La regia si ripropone di assecondare e rappresentare visivamente la dimensione meditativa, senza per questo trascurare quella giocosa; sfrutta la bizzarria di alcune situazioni, così come cerca di cogliere lo spessore del messaggio per realizzare in scena lo straordinario connubio di profondità e leggerezza espresso dalla partitura del genio salisburghese”.
Ph Marco Caselli