( Alessandra Giorda) Prima opera  messa in scena nel 2025 al Teatro Regio di Torino è L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. L’opera è presentata nel nuovo allestimento firmato da Daniele Menghini in coproduzione con il Teatro Regio di Parma. In un flashback storico rammento che L’Elisir d’amore fu commissionato all’ultimo minuto dal Teatro della Cannobiana di Milano nel 1832, dopo che un altro compositore aveva rinunciato. Donizetti, già abituato ai tempi strettissimi del teatro d’opera, accettò la sfida e musicò il libretto di Felice Romani in soli 15 giorni. Nonostante la semplicità della trama, l’opera ha una scrittura orchestrale raffinata e anticipa già il lirismo che Donizetti svilupperà nelle sue opere più mature.

 

 

Il nuovo allestimento è molto discusso tra pubblico e critica. C’è chi ha espresso pareri favorevoli e chi contrari. A me è piaciuto, proprio perchè diverso e con un valore nella sua essenza. Firmato da Daniele Menghini, una coproduzione  del Teatro Regio di Torino  con il Teatro Regio di Parma, presentato nella cittadina emiliana lo scorso anno, si avvale di alcune varianti: la presenza in scena dei burattini della Fondazione Marionette Grilli di Torino, che interagiscono con i personaggi inanimati ed i cantanti.  Trenta burattini e marionette messe in scena sotto l’arguta guida  di Augusto Grilli.  Alcuni esemplari provengono dalla prestigiosa collezione storica del ’700, mentre altri sono stati realizzati appositamente per questa produzione, distinguendosi dall’originale andata in scena a Parma. Alcuni burattini raggiungono il metro di altezza, mentre il teatrino dei burattini è stato ricostruito  Laboratori artistici del Regio di Torino in una versione ampliata, adattata alle dimensioni del  palcoscenico del teatro torinese.

 Il Fabrizio Maria Carminati  sul podio per un’ interpretazione brillante e vivace, che enfatizza il ritmo teatrale e il carattere buffo della partitura, dando il giusto risalto ai duetti, recitativi  e concertati. Ha saputo mantenere il giusto equilibrio tra leggerezza comica e momenti lirici più intensi.

 Si spendono elogi per i sempre preparatissimi  Orchestra e del Coro del Teatro Regio, quest’ultimo preparato dal  bravissimo M° Ulisse Trabacchin.

Volgendo lo sguardo al cast troviamo Federica Guida, soprano, che porta in scena il ruolo di un’Adina, parca di quanto questo personaggio richiede: agilità vocale, brillantezza negli acuti e un fraseggio vivace. Ha avuto  un’emissione poco sicura, durissima negli acuti e un fraseggio che non ha restituito la vivacità e il carisma del personaggio.

René Barbera, tenore, è Nemorino sotto tono nel I Atto, dove spesso, poco si sentiva la voce, anche se non sempre  a causa sua, poichè  in taluni momenti ha cantato un poco  arretrato nel palco, ma  porta a casa la recita con la sua aria Una furtiva lagrima. Una delle arie più celebri del repertorio tenorile, caratterizzata da una linea melodica dolce e malinconica che ha saputo gestire discretamente con le sfumature dinamiche, l’intensità emotiva e il colore della voce.

 

 

Il Dulcamara di  Paolo Bordogna, il ciarlatano venditore dell’elisir, è una figura tipica della commedia dell’arte che Donizetti caratterizza con grande verve musicale ed il baritono lombardo ha saputo imporsi sulla scena con una frizzante verve  e una presenza vocale discreta, rendendo ogni sua apparizione un momento di puro divertimento. Sulle note di  Udite, udite, o rustici ha saputo coinvolgere il pubblico fin dal suo ingresso in scena.

Davide Luciano, baritono  nei panni di  Belcore,  ha sfoderato nella recitazione il carisma del  personaggio un po’ fanfarone, il classico militare vanitoso che si crede irresistibile. Vocalmente ha eseguito la sua parte con solidità,  un buon fraseggio e una certa brillantezza nel timbro pur senza lasciare un’impronta particolarmente memorabile.

Albina Tonkikh, artista del Regio Ensemble, veste i panni di Giannetta e ha dato un tocco di leggerezza e vivacità ai concertati. Figura  fondamentale nel creare movimento scenico e nel dare ritmo alle scene corali. È la tipica ragazza vivace del villaggio che ama il pettegolezzo, e il suo momento più importante è quando sparge la voce della presunta ricchezza di Nemorino.

Paolo Grosa al fortepiano  ha contribuito a rendere fluido e vivace il dialogo tra i personaggi dando un tocco di spirito e freschezza alla narrazione. Ha saputo dar vita ai recitativi con verve e finezza, trasformandoli in veri momenti teatrali, capaci di mantenere alta la tensione drammatica e la fluidità dell’azione.

Firma le accattivanti scene Davide Signorini, i colorati e variegati costumi  Nika Campisi, le belle luci Gianni Bertoli e ad Andrea Dionisi è affidata la brillante direzione coreografica.

La recita si è conclusa con numerosi e fragorosi applausi di un pubblico divertito.

 

Recensione della Première del 28 gennaio 2025

L’Elisir d’amore di Donizetti è in scena la Teatro Regio di Torino fino al 5 febbraio prossimo.