(Alessandra Giorda) Cari lettori in quest’ultima domenica di novembre, mese dedicato Honoré Daumier, uno dei dipinti che apprezzo tantissimo.
Più studiamo questo pittore francese e più capiamo che è un artista segreto di cui i contemporanei  sembra sospettassero appena l’esistenza  Ci appare dietro il caricaturista, l’osservatore perennemente divertito dalla comicità dei suoi simili, il brav’uomo sorridente che rifuggiva dal  contraddire o più semplicemente da discutere.
Ci furono sempre due Daumier: quello di cui gli amici credettero di conoscere l’ anima senza mistero e l’altro che scopriamo in opere come questa in cui s’esprime,  attraverso mezzi pittorici splendidi, una strana ansia di fuga, una sorta di paura.
Questo dipinto s’intitola Gli emigranti, ma sentiamo che un intero popolo se ne va, evade; è questo un esodo, è il dramma degli “spostati”. Sferzati dal vento gelido che ne agita i cenci, minacciati da un pericolo essi muovono a fatica, nel paesaggio montuoso e senza strade. Chi sono? Da dove vengono? Non sappiamo! Sono seminudi….. nessun particolare li situa nel tempo e nello spazio. Sono  l’umanità eternamente in rotta.
Esiste un rapporto tra quest’opera e la celebre Disfatta dei Cimbri di Decamps, un tempo assai ammirata? E’ improbabile, come improbabile un’allusione ai proscritti dopo le giornate controrivoluzionarie del giugno 1848. Daumier ha troppe volte ripreso questo tema perché non corrispondesse ad una sua segreta ossessione.
L’opera è di grande ricchezza pittorica: toni vivi, come smaltati, rossi, azzurri, gialli -cromo, blu-verdi s’accendono a tratti. Il terreno, le rocce, il verde sinistro del cielo sono resi splendidamente.
Questa breve tela attinge la grande pittura.
1848-49 circa
Tela firmato: H. Daumier
Collezione Oscar Reinhart, Winterthur, Svizzera.