(Alessandra Giorda) La dama di picche incanta il Regio di Torino: tra suggestioni oniriche e potenza vocale con applausi convinti di svariati minuti al termine della recita. Un successo senza dubbio!

Il Teatro Regio di Torino ha aperto le porte al dramma psicologico e musicale de La dama di picche di Čajkovskij, regalando al pubblico una serata di grande intensità emotiva. L’opera, tra le più cupe e affascinanti del repertorio russo, è tornata in scena con una produzione che ha saputo esaltare tanto la profondità del libretto quanto le complesse sfumature della partitura.

Il nuovo allestimento è della Deutsche Oper Berlin in coproduzione con Teatro Regio Torino. La regia porta la firma di Sam Brown, ripresa da Sebastian Häupler che ha probabilmente raccolto l’eredità creativa di Graham Vick, che avrebbe dovuto firmare originario il progetto, scomparso prematuramente durante la pandemia da Covid-19. L’allestimento si muove in una dimensione sospesa tra realtà e allucinazione, restituendo in pieno il clima ossessivo e visionario che pervade l’opera. Brown ha saputo orchestrare con intelligenza il flusso narrativo, senza tradire l’impianto concettuale del maestro, ma rendendolo vivo e coerente, grazie a una direzione degli attori curata e a una costruzione scenica dal forte impatto visivo. Il risultato è uno spettacolo che riflette sul destino e sull’illusione con taglio moderno e inquietante, mantenendo una profonda fedeltà al cuore della drammaturgia čajkovskiana per la quale  si sono spese parole contradditorie.

Alla guida dellOrchestra e del Coro del Teatro Regio il M° Valentin Uryupin che  ha offerto una direzione lucida, appassionata e ben strutturata, capace di esaltare le tinte cupe e febbrili della partitura. Con gesto preciso e ispirato ha saputo accompagnare i cantanti senza mai soffocarli, costruendo un equilibrio dinamico tra buca e palcoscenico. La sempre preparatissima Orchestra del Teatro Regio ha risposto con grande compattezza e sensibilità, regalando momenti di struggente bellezza lirica e passaggi di tensione drammatica intensissima. Ottima anche la prova del Coro del Regio, preparato con consueta attenzione dal M° Ulisse Trabacchin, che ha contribuito in modo determinante alla forza espressiva dell’insieme. Nota di merito per le voci bianche istruite a dovere dal M° Claudio Fenoglio

A dominare la scena, nei panni della Contessa, una strepitosa Jennifer Larmore, artista di carisma e di classe rara. Ottima la presenza scenica. La sua interpretazione ha restituito tutta la malinconia e il mistero del personaggio, in un equilibrio perfetto tra teatralità e rigore vocale. La voce, ancora piena e controllata,  del mezzosoprano statunitense, si è imposta con naturalezza, dando corpo a una Contessa tanto arcigna quanto fragile, quasi un’ombra del passato che torna a reclamare la sua storia.

 

 

Nel ruolo di Liza, Zarina Abaeva ha convinto per la solidità vocale e l’intensità interpretativa. Il suo timbro, naturalmente scuro per un soprano, ha conferito al personaggio un carattere drammatico autentico, restituendo la tensione emotiva di una donna divisa tra amore, dovere e follia. La Abaeva ha saputo scolpire il fraseggio con eleganza e partecipazione, offrendo una Liza tormentata, mai sopra le righe, sempre credibile nel suo percorso tragico.

German è portato in scena da Mikhail Pirogov ha offerto una prova intensa e coinvolgente, dimostrando grande padronanza sia sul piano vocale che drammaturgico. Il tenore russo ha saputo rendere con efficacia la progressiva ossessione del personaggio, trascinando il pubblico nei meandri di una psiche turbata. La voce, dal timbro chiaro ma robusto, ha retto bene l’impegnativo arco vocale del ruolo, affrontando con slancio e precisione i passaggi più impervi, fino a un finale di tragica, lucida disperazione.

Plausi vanno a Deniz Uzun, interprete raffinata di Paolina, che ha conquistato il pubblico grazie a un’emissione elegante e a una notevole profondità espressiva. Nella romanza e nella celebre canzone russa, il mezzosoprano ha saputo cesellare ogni frase con cura e sensibilità, donando al personaggio una malinconia avvolgente, quasi sospesa nel tempo. La sua voce calda, duttile e perfettamente controllata ha reso i suoi interventi tra i momenti più toccanti della serata.

A completare il ben nutrito cast gli eccellenti: Elchin Azizov è il Conte Tomskij, Čekalinskij  è Alexey Dolgov mentre  la Governante di Ksenia ChubunovaAlexey Dolgov (Čekalinskij), Vladimir Sazdovski (Surin), Joseph Dahdah (Čaplickij), Viktor Shevchenko (Narumov), Irina Bogdanova (Maša) e Luca Degrandi (Il piccolo comandante).

 

Première del 4 aprile 2025

Continuano le recite fino al 16 aprile prossimo.