
Dal 9 Aprile al 3 Luglio
Ritorna la bruciante produzione di Damiano Michieletto, che getta una nuova luce sulla lussuria, la violenza e la passione dell’opera sempre popolare di Bizet. Una co-produzione con il Teatro Real di Madrid e il Teatro alla Scala di Milano.
In una remota cittadina spagnola, la libera Carmen dichiara che qualsiasi uomo che ama dovrebbe stare attento. Ma anche lei non è preparata a ciò che accade quando decide di sedurre l’agente di polizia Don José. Sebbene inizialmente disinteressato al fascino di Carmen, Don José – contro il volere della madre e di Micaëla, la donna che lo ama – abbandona presto la sua rispettabile carriera per una vita di pericoli con Carmen, unendosi a lei e ai suoi amici contrabbandieri mentre sfuggono alla legge. Ma Carmen si stanca rapidamente della possessività di Don José, desiderando ardentemente tornare alla sua vita di indipendenza. Quando rivolge la sua attenzione al celebre torero Escamillo, la gelosia e la disperazione di Don José minacciano di esplodere violentemente.
Georges Bizet (1838–1875) fu un compositore francese che mostrò un talento straordinario fin da giovane. Entrò al Conservatorio di Parigi a soli nove anni e ottenne rapidamente riconoscimenti per le sue capacità musicali. Prima di Carmen, Bizet compose diverse opere, anche se molte rimasero incompiute o non ebbero successo. Alcune delle sue prime opere includono Les pêcheurs de perles (1863) e La jolie fille de Perth (1867).
Nei primi anni del 1870, Bizet ricevette una commissione dall’Opéra-Comique di Parigi, un teatro noto per la produzione di opere leggere e adatte alle famiglie. La direzione sperava che Bizet avrebbe composto qualcosa di simile, tuttavia, Bizet, cercando un soggetto audace e drammatico, scelse di adattare la novella Carmen di Prosper Mérimée del 1845: un racconto oscuro di amore, ossessione e omicidio. Questa decisione fu controversa, poiché l’Opéra-Comique solitamente metteva in scena opere con temi morali ed edificanti, e Carmen presentava un’eroina ribelle e volitiva e un finale tragico.
Per il libretto, Bizet arruolò Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Noti per le loro collaborazioni con Jacques Offenbach, che compose molte opere comiche, il background della coppia in opere spensierate contribuì a rendere la drammatica Carmen più (anche se non del tutto!) gradita al pubblico. Alcune delle modifiche che Meilhac e Halévy incorporarono furono l’ammorbidimento del personaggio di Don José (nella novella di Mérimée, José è un criminale spietato fin dall’inizio; l’opera rende la sua caduta più tragica), l’introduzione del personaggio di Micaëla, che funge da contrasto morale per Carmen, e lo sviluppo del personaggio di Escamillo che, nella novella, è più secondario. Sebbene Bizet non abbia mai visitato la Spagna, lavorò per infondere nell’opera autentici elementi musicali spagnoli. Studiò la musica popolare spagnola e incorporò ritmi di danza come l’Habanera (una danza cubano-spagnola) e la Seguidilla nella partitura, utilizzando anche un’orchestrazione vibrante per evocare un senso di atmosfera spagnola. Nonostante questo sforzo, gran parte della musica è ancora distintamente francese, mescolando il colore spagnolo con lo stile ricco e lirico di Bizet.
Oltre all’Habanera e alla Toreador Song, entrambe le quali hanno consolidato il riconoscimento mainstream di Carmen, la Flower Song dell’opera, o “La fleur que tu m’avais jetée” (Il fiore che mi hai lanciato), ha un fascino popolare particolare. Cantata nell’Atto II da Don José, l’aria vede José dichiarare appassionatamente il suo amore per Carmen: la melodia dolce e struggente contrasta con la crescente disperazione di José per il disinteresse di Carmen, rendendola uno dei momenti più romantici e tragici dell’opera, e prefigurando la tragedia oscura a venire.
Jonas Kaufmann (Don José) canta la Flower Song “La fleur que tu m’avais jetée” con Anna Caterina Antonacci (Carmen) nell’Atto II della produzione di Francesca Zambello dell’opera Carmen di Georges Bizet alla Royal Opera, nel 2006.