A soli tre mesi dall’ultimo Festival Verdi che lo ha visto tra i protagonisti indiscussi, Luciano Ganci torna al Teatro Regio di Parma, ancora una volta con Verdi, questa volta nel ruolo di Re Carlo in Giovanna d’Arco, nuova produzione firmata da Emma Dante e diretta da Michele Gamba che inaugura la nuova stagione lirica del teatro. La prima è il 24 gennaio, con successive repliche il 26, 30 gennaio e 1 febbraio.
Tra una prova e l’altra, Ganci ha rilasciato un’ampia dichiarazione alla stampa:
«In Giovanna d’Arco emerge chiaramente il pathos che in quegli anni dominava il Maestro Verdi, e che in esso racchiudeva sia l’afflato drammatico che gli ideali risorgimentali di libertà e patria. Questi sentimenti il Maestro li dona in tre diverse “colorazioni” ai tre personaggi principali dell’opera: Giovanna, Carlo e Giacomo.
A quasi 180 anni dalla prima che avvenne alla Scala, torno nel magico Teatro Regio di Parma dopo il bellissimo Festival Verdi 2024, con il ruolo che già mi vide protagonista nel 2016 nel medesimo festival, al Teatro Farnese, con la premiata regia di Peter Greenaway.
Quest’opera ruota attorno alle vicende storiche della guerra dei cent’anni ma sottolinea soprattutto la grande forza di Giovanna, la Pulzella d’Orleans, che prende per mano il Re Carlo e lo porta a combattere nuovamente contro gli inglesi fino all’estremo eroico sacrificio.
Carlo VII è un personaggio complesso, diviso tra il suo ruolo di sovrano e il suo amore per Giovanna. Simboleggia chiaramente il potere temporale, in contrasto con la spiritualità ed il mistico.
Dal punto di vista musicale trovo quello di Carlo VII un ruolo di grande intensità emotiva. Il Maestro gli assegna melodie nobili e appassionate, che evidenziano sia la sua regalità sia il suo amore sincero e tormentato per Giovanna, un tormento reso musica in maniera davvero sublime così come i repentini stravolgimenti interiori come “reazione specchio” agli atteggiamenti controversi dell’amata Giovanna. La scrittura mi offre l’opportunità di giocare sulla versatilità vocale e drammaturgica passando da momenti di lirismo a scene di grande intensità e pathos.
In Carlo VII si riflette appieno il messaggio che questa opera vuole dare: la tensione tra umano e divino, tra passione, dovere e sacrificio.
L’opera è un capolavoro che, pur meno conosciuto rispetto ad altre opere verdiane, merita attenzione per la sua potenza emotiva e l’innovativa combinazione tra romanticismo e spirito patriottico. Viva Verdi!»