(Alessandra Giorda- Genova) Teatro pienissimo per la seconda recita della terza opera messa in scena al Teatro Carlo Felice: Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota. Un vero e proprio successo! Quest’opera fu composta tra il 1945 e 1946 e rappresentata per la prima volta il 21  aprile del 1955 al Teatro Massimo di Palermo. E’ un brillante esempio del talento di Rota nel combinare tradizione operistica italiana  con uno  stile del linguaggio musicale del teatro leggero ed ironico  con richiami a Rossini, Donizetti e Verdi. Il compositore milanese, noto per essere  tra i più influenti e prolifici della storia del cinema,  è stato capace di mescolare in quest’opera tradizione e modernità in modo unico. Direi che questi sono gli ingredienti che si sposano bene con le ideologie e le scelte, quasi sempre vincenti,  della dirigenza del Teatro Carlo Felice di Genova,  che anche il questo caso ha centrato l’obiettivo.

 

 

L’allestimento de Il cappello di paglia di Firenze risale al 2007 creato da  Damiano Michieletto proprio per il teatro genovese e ancora oggi si è mostrato vincente nella sua sobria eleganza. Fresco e minimal chic in questa nuova versione. D’impatto la una pedana rotante ed inclinata sulla quale molte porte danno origine ad ambienti diversi a seconda di come vengono disposte.

Sul podio il M° Giampaolo Bisanti, che ha strettamente osservato la partitura gestendo brillantemente il rapporto tra buca e il palcoscenico e, come sempre, diretto in maniera impeccabile la preparatissima Orchestra del Teatro Carlo Felice, dove ha messo ben in risalto  i colori ed il sostenuto ritmo narrativo suggellato da un umorismo che non manca mai di coinvolgere il pubblico. Complimenti al ben preparato Coro, istruito dal M° Claudio Marino Moretti.

Il cast è stato fantastico e direi BRAVI TUTTI!

Marco Ciaponi, nel ruolo di Fadinard, giovane borghese che, il giorno del suo matrimonio, si trova coinvolto in una serie di situazioni comiche e surreali a causa di un cappello di paglia distrutto dal suo cavallo. Eccelle nel mettere in luce un personaggio dinamico, intrappolato in una spirale di malintesi e assurdità, che lo rendono il motore dell’intera vicenda. La sua personalità riflette intelligenza, ironia e una certa ansia, tipica di chi cerca di risolvere problemi che si accumulano in modo esponenziale. Tenore agile, capace di affrontare passaggi brillanti e dialoghi serrati. Ha saputo far emergere tutte le sfaccettature del suo personaggio trasmettendo una vasta gamma di emozioni: dallo stress e la confusione all’umorismo e alla leggerezza.

Nonancourt è Nicola Ulivieri, basso che sfoggia con una vocalità che sottolinea il suo carattere burbero e autoritario, ma anche la sua goffaggine. In linea perfetta con  Rota che sfrutta un registro di basso per dare al personaggio un tono pesante e comico, con linee vocali che spesso enfatizzano il ritmo e la teatralità. Le sue arie e interventi sono carichi di enfasi e accenti che esprimono impazienza e indignazione, ma sempre con una vena ironica.

Paolo Bordogna, nel ruolo di Beaupertuis, baritono dalla vocalità che mescola accenti drammatici e comici è bravissimo anche nelle  linee vocali spezzate, ritmi incalzanti e salti melodici per enfatizzare la sua agitazione e la sua natura ridicola.  Ha saputo esprimere al  meglio una vasta gamma di emozioni, dalla furia gelosa alla comicità involontaria. Beaupertuis è una figura che amplifica la tensione comica della trama. La sua gelosia lo porta a sospettare di tutti e a creare ulteriori complicazioni. Questo personaggio incarna una satira sociale, ridicolizzando i mariti gelosi e possessivi tipici della commedia classica.

Benedetta Torre porta in scena egregiamente il ruolo di Elena e si conferma un soprano di ottima caratura. La sua vocalità esprime al meglio  sia l’innocenza che la frustrazione, con momenti di lirismo che contrastano con le situazioni più esilaranti che la circondano. Le sue arie e interventi vocali sono spesso incentrati su temi di amore, confusione e desiderio di risolvere la situazione, con una scrittura musicale che alterna momenti più delicati a passaggi più vivaci dove si adatta perfettamente mettendo in luce molto bene le caratteristiche vocali. Il soprano genovese ha tratteggiato con attenzione  il  carattere delicato e al tempo stesso solido di Elena, soprattutto nei momenti di confusione e malintesi.

 

 

Anaide è messa in scena da Giulia Bolcato e incarna la donna borghese e rispettabile, ma con un lato più intrigante e misterioso, che la rende un elemento di tensione comica. Fantastica con la sua vocalità capace di  riflettere una certa grazia e dolcezza, ma anche un’arguzia nascosta, che emerge nei momenti di tensione con il marito e con gli altri personaggi. Da sottolineare come, il soprano veneto, ha saputo  dar luce alla natura più introversa e contenuta rispetto agli altri personaggi che la rende una figura che, pur non essendo la protagonista comica, è essenziale per il gioco di equilibri e malintesi che caratterizza l’opera.

Sonia Ganassi, nel ruolo della Baronessa di Champigny, è una donna aristocratica e affascinante, ma anche un po’ vanitosa e disinvolta, capace di dar vita ad un personaggio  costruito attorno a una combinazione di eleganza e un certo snobismo che la rendono una figura affascinante, ma anche comica. Capacissima di inserirsi nel filone delle donne sofisticate e di classe, ma con una personalità che gioca con la superficialità e l’esagerazione tipiche della commedia. La sua presenza nella trama alimenta una serie di situazioni di malintesi e ironia, soprattutto con Fadinard e gli altri personaggi maschili. La Baronessa è anche un personaggio che incarna l’idea della donna che, pur nella sua posizione sociale elevata, è coinvolta in situazioni comiche che ridicolizzano le sue pretese di nobiltà.  La  parte vocale è caratterizzata da una certa brillantezza e raffinatezza. La  musica rispecchia la  natura aristocratica, con tratti ironici. Il mezzosoprano emiliano è nel suo ruolo spesso giocosa e teatrale, con linee vocali che enfatizzano l’aspetto comico del personaggio, ma anche la sua posizione sociale elevata, creando un contrasto divertente con gli altri personaggi.

Elogi per i comprimari Didier Pieri -Vezinet, Gianluca Moro-Felice, Blagoj Nacoski -Achille, Franco Rios Castro Un caporale e  Marika Colasanto -La modista.

Firmano le scene Paolo Fantin, i costumi Silvia Aymonino e le luci Luciano Novelli.

Pubblico soddisfatto e divertito che ha riconosciuto con svariati minuti di applausi tutti gli artisti.

 

Recensione della recita del 15/12/2024