(Alessandra Giorda) Benchè non sia questo un dipinto a olio ma un acquerello, il colore vi gioca un ruolo importante, assai più che negli altri acquerelli di Daumier.
Inoltre, presenta un carattere di venustà eccezionale, poichè Honoré Daumier non appare quasi mai sedotto o turbato dalla grazia femminile.
In una delle sue più belle litografie, intitolata Rimpianto, l’artista mostra infatti di prendersi gioco impietosamente d’un vecchio che, pieno di malinconia, guarda passare lontano una figura di donna.
Nulla, di quanto sappiamo dell’artista francese, autorizza a credere che egli fosse mai travolto dalla passione. Nelle lettere che scriveva alla moglie, Alexandrine Dassy, e che ci sono in parte note, la chiama in tono affettuoso “ma Didine” e talvolta “ma nègresse”, espressioni di tenerezza che fanno pensare a un amore molto semplice e casalingo.
Tuttavia, nell’ acquerello qui riprodotto, fa capolino un sentimento più complesso e forse rivelatore di segrete fantasticherie. Dinanzi alle due signore di mondo, indubbiamente eleganti ma dall’espressione e priva d’attrattive, appare il busto un pò languido di una giovane donna; il volto di profilo, disegna una curva dolce, la guancia è levigata, il collo sottile senza rughe. Dalla figura emana una grazia che dice con quanto amore Daumier la contemplasse.
Dinanzi a tanta freschezza pensiamo ai versi di de Musset, che al Théatre Francais, si commuoveva osservando una fanciulla seduta qualche fila davanti a sè:
  ….un collo bianco, delicato,
            si china e della neve offuscherebbe lo splendore.
1860-65 circa
Acquerello, cm 19×27; firmato h.D
Collezione privata, Parigi