( Alessandra Giorda) Dopo  successo del 12 ottobre scorso della prima svedese della settima opera del Cigno di Busseto, Giovanna d’Arco, conosciamo meglio il regista Philipp M. Krenn che ha realizzato una regia accattivante e straordinaria alla Malmö Opera.

L’ottima formazione passata del direttore austriaco  affonda le radici come solista presso i piccoli cantori di Vienna per poi completare gli studi di recitazione presso il Conservatorio della capitale austriaca. Un passato che lo vede anche nelle vesti di attore, poi alle prese nello studio per imparare il mestiere di regista prima come assistente di registi  di fama internazionale e poi dal 2014 come indipendente in vari e prestigiosi teatri.

Sapete come nasce e come si evolve una regia? Nell’intervista a seguire Krenn descrive, step by step, come è nata la regia della meravigliosa Giovanna D’Arco di G. Verdi nel prestigioso teatro lirico svedese, spende parole di elogio per la Malmö Opera  ed  anticipa i  suoi progetti futuri. Le recite alla Malmö Opera proseguono nelle date 2/7/10/17/24 novembre prossimi.

 

 

 Dove ti sei ispirato per la splendida regia di Giovanna D’Arco di Verdi alla  Malmö Opera?

Giovanna è, come specificato nel libretto, una “fanciulla eletta dal cielo“. A noi interessava proprio questo: Cosa vuol dire dal cielo? Dove si trova? In alto o in basso? E cosa significa “terrestre”? Quando qualcosa di divino arriva sulla terra non è più così facile distinguere dove comincia il cielo e dove finisce. Così siamo arrivati allo specchio come elemento determinante e le montagne come simbolo di infinità e vastità. La storia è ben nota e sia Verdi che il suo librettista avevano già  “ridipinto” la storia, aggiungendo più dramma – e noi abbiamo aggiunto altri  nuovi colori.

 Cosa rappresenta per te quest’opera e quali richieste hai fatto al cast?

Giovanna d’Arco è una storia che è entrata nel nostro inconscio collettivo e con cui molti artisti si sono già confrontati. I ruoli sono davvero molto impegnativi, quindi ho cercato soluzioni insieme al team su ciò che era possibile e ciò che non lo era.
Nelle opere di Verdi si tratta spesso di stati d’animo interiori, descritti in modo tale che, sembra, il tempo si fermi. E rendere visibili questi stati d’animo è stato il nostro compito comune.

 

Come ti sei trovato a lavorare in un teatro di prestigio come la Malmö Opera?

Questo teatro è per me il più accogliente e collaborativo che abbia mai vissuto. Fin dall’inizio, noi e le nostre idee siamo stati accolti a braccia aperte e si è sempre percepito un grande senso
di condivisione, con l’obiettivo comune di creare “la nostra Giovanna d’Arco”.

Quali sono i passi per realizzare una regia  avvincente come tu sai fare?

All’inizio c’è la musica, allora il primo passo è lasciarsi ispirare dalla musica e trovare un’idea che ne deriva, poi questa idea la sviluppo insieme al mio team. Da essa nasce il mondo. Poi c’è la
realizzazione, che deve essere strutturata in una forma dettata dal budget e dalle possibilità tecniche. Alla fine avviene il lavoro attivo con gli artisti (cantanti, direttore d’orchestra o in questo caso direttrice d’orchestra, coro, scena).

 

 

In passato hai affiancato registi di fama mondiale da Robert Carsen a Sven Eric Bechtolf e Damiano Michieletto, tanto per citarne alcuni. Cosa hai imparato da loro?

Ho collaborato con molti registi diversi durante il mio periodo di assistente (ossia durante la mia formazione) e da tutti ho potuto imparare come può funzionare il lavoro con il team, come funziona l’artigianato teatrale e anche come i pezzi possono essere pensati in modo moderno e innovativo senza perdere il nucleo dell’opera. Da alcuni, qui non menzionati, ho anche imparato come non voglio lavorare.

 

Ingredienti come fantasia e professionalità sono alla base per una regia importante. Cos’altro serve?

Conoscenza approfondita della musica, abilità nell’implementazione e comprensione dei processi all’interno delle singole istituzioni con cui lavoro. E soprattutto rispetto per ciascun partecipante alla produzione, dal personale delle pulizie, ad  ogni tecnico, ai cantanti fino alla direzione artistica.

 

Progetti futuri? Dove potremmo prossimamente ammirare le tue regie?

A seguire i prossimi appuntamenti: Schlaflos di Peter Eötvös alla Staatstheater Braunschweig, Parsifal Richard Wagner al Tiroler Festspiele Erl, mentre nel  2025 Der fliegende Holländer“  di Richard Wagner alla Oper im Steinbruch St. Margarethen e Der Freischütz, un Singspiel in tre atti di Carl Maria von Weber. Ti informo di un’anticipazione non ancora annunciata per il 2026 riguardo a  Der Rosenkavalier di  Richard Strauss, ma per il momento non ti posso “dire” dove.

Foto crediti Malmö Opera