Il tesoro nascosto fra i titoli di Verdi debutta finalmente al Teatro Filarmonico di Verona. Domenica 27 ottobre, alle ore 15.30, va in scena Stiffelio, a 174 anni dalla prima triestina. Dramma intimista avvincente e attualissimo, fu innovativo e coraggioso per la sua epoca. Considerato da molti la prova generale della Traviata, tratta di tradimento e perdono, introducendo il tema del divorzio nell’opera italiana, con originale profondità nella struttura e nella psicologia dei personaggi principali. Parti impegnative ricche di grande musica, in cui si cimenteranno interpreti verdiani con Orchestra e Coro di Fondazione Arena diretti da Leonardo Sini, già applaudito in Arena, con regia e luci di Guy Montavon e scene e costumi di Francesco Calcagnini. Repliche martedì 29 ottobre alle ore 19, giovedì 31 ottobre alle ore 20 e domenica 3 novembre alle ore 15.30.

Riprende la Stagione d’Opera di Fondazione Arena al Filarmonico. Dopo il successo di Turandot a Seoul e l’inaugurazione della Buchmesse con l’Orchestra areniana, e dopo aver conquistato il pubblico veronese con un ricco programma sinfonico da Wagner al Jazz, i complessi artistici e tecnici presentano il coraggioso StiffelioCon quest’opera, il maestro di Busseto concluse i suoi “anni di galera”, fase giovanile di lavoro intenso per dodici titoli in sette anni. Solo dopo quest’opera, data a Trieste nel 1850, nacquero la ‘trilogia popolare’ (Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata) e i capolavori della maturità. Proprio come Traviata e insieme a Luisa Miller (1849), Stiffelio è per Verdi l’occasione di creare un nuovo dramma in musica ‘borghese’: conflitti privati sullo sfondo di una società contemporanea a lui e al pubblico. Immediato fu dunque lo scandalo e la censura, che costrinse il fedele librettista Piave a cambiare i testi alla vigilia della prima, mentre Verdi completava le ultime pagine, tra cui la celebre Sinfonia.

La storia adatta il dramma francese Le Pasteur di Souvestre e Bourgeois e narra del ritorno a casa del pastore protestante Stiffelio: nel castello egli è guida spirituale (degli immaginari assasveriani) e marito di Lina, la quale, in sua assenza, è stata indotta al tradimento, forse con la forza, dal cortigiano Raffaele che ancora la ricatta. Il padre di Lina, il Conte Stankar, scopre l’accaduto e brama vendicare l’onore di famiglia prima ancora di Stiffelio che, pastore e marito in crisi, proporrà la separazione a Lina, donna moderna che dialoga da pari col consorte, chiedendogli perdono e allo stesso tempo l’assoluzione in qualità di suo pastore. Nella tesa scena corale finale, sono le parole del Vangelo a dettare la sorte dei protagonisti, con un toccante colpo di scena.

Rapporti moderni tra i personaggi e soluzioni musicali innovative ostacolarono la diffusione dell’opera: Verdi la ritirò presto dalla circolazione, rielaborandone buona parte in Aroldo per Rimini (1857) che conteneva nuova musica ma meno conflitti. Stiffelio rivide la luce solo nel 1968 a Parma, in pieno dibattito pubblico sulla legalità del divorzio, mentre l’edizione critica fu pubblicata nel 2003: seguendone fedelmente testo e musica, Stiffelio debutta finalmente a Verona nell’allestimento del Teatro Regio di Parma coprodotto con l’Opéra di Montecarlo. A firmare la regia e luci è il ginevrino Guy Montavon, da anni apprezzato regista e direttore generale, per la prima volta al Filarmonico coadiuvato da Cristiano Fioravanti. Scene e costumi di Francesco Calcagnini per ricreare ambienti fedeli al libretto e al contempo altamente simbolici e suggestivi.

L’opera richiede voci e interpretazioni di rilievo. Il protagonista, quasi sempre in scena senza un’aria o un assolo convenzionale, ha conquistato negli anni tenori quali Carreras, Del Monaco e Domingo. A Verona Stiffelio sarà interpretato da Luciano Ganci (27 e 31/10) e Stefano Secco (29/10 e 3/11) accanto ai soprani Caterina Marchesini (27 e 31/10) e Daniela Schillaci (29/10 e 3/11) che si alterneranno in virtuosismi vocali e tormenti interiori di Lina. Nei panni del padre Stankar ci sarà il baritono verdiano Vladimir Stoyanov, l’anziano confratello Jorg al basso Gabriele Sagona. I cugini di Lina saranno Francesco Pittari (Federico) e Sara Rossini (Dorotea) mentre l’insidioso Raffaele il tenore Carlo RaffaelliL’Orchestra di Fondazione Arena e il Coro preparato da Roberto Gabbiani saranno diretti da Leonardo Sini, maestro già apprezzato da pubblico e critica in Arena, durante il Festival 2024.

Biglietti e carnet sono disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.

BCC Veneta si conferma main sponsor della Stagione Artistica 2024 del Teatro Filarmonico.