Si è tenuta lo scorso 7 settembre, presso il Dong-gok Museum of Art di Gwangju, l’inaugurazione della seconda edizione del Padiglione Italiano nell’ambito della 15esima edizione della Gwangju Biennale.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Seoul, la Biennale di Gwangju, la Bomun Welfare Foundation e il Dong-gok Art Museum, con il supporto della galleria Mazzoleni, London – Torino, della Bomun Welfare Foundation, la partnership istituzionale con il Seoul Institute of the Arts, e la partnership tecnica per il suono di Bang&Olufsen.
All’evento hanno partecipato l’Ambasciatrice d’Italia a Seoul Emilia Gatto, la Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Seoul, Michela Linda Magrì, la curatrice e direttrice artistica del Padiglione, Dott.ssa Soik Jung, insieme a personalità di spicco come il presidente della Gwangju Biennale, Park Yangwoo, il sindaco di Gwangju, Kijung Kang, e il presidente della Bomun Welfare Foundation, Jeong YoungHyun, organizzazione che ha ospitato il Padiglione.
Il nome del Padiglione Italiano, visitabile fino al 31 gennaio, è “Ministries of Loneliness” e si propone di esaminare la relazione tra l’individuo (Io) e l’ambiente sociale/collettivo (Noi), nel contesto delle moltitudini di “certezze” date per scontate, e che ora stanno crollando. Mentre la mostra principale della Biennale di Gwangju, “Pansori – Un Paesaggio Sonoro del 21° Secolo”, curata da Nicolas Bourriaud, tratta questioni riguardanti il “grande esterno” — inteso come il mondo esterno nella sua vastità cosmologica — attraverso il suono, “Ministries of Loneliness” si concentra sulla relazione dell’Io con i suoi dintorni (Noi).
Ministries of Loneliness è un nuovo capitolo di “Ministry of Loneliness”, un progetto contex-specific a cui l’artista Rebecca Moccia, vincitrice del concorso Cantica 21, ha iniziato a lavorare dal 2021. In particolare, l’artista ha realizzato una serie di workshop coinvolgendo gli studenti del Seoul Institute of the Arts in un processo di ricerca partecipata. Gli studenti hanno contribuito non solo come soggetti di dialogo, ma anche come co-ricercatori per trovare e documentare luoghi, storie, situazioni e media che rivelano le radici e lo sviluppo della solitudine in Corea.
All’interno del Museo è stata allestita una mostra “percorso italiano”, dedicata alle attività dell’Istituto Italiano di Cultura a cura del designer/artista Andea Vecera.