Con l’insolito dittico “Edgar- Le Willis” si leva venerdì 12 luglio (ore 21.15)  il sipario sulla 70.a edizione del Festival Puccini di Torre del Lago.

Un cartellone quanto mai ricco in omaggio ai due significativi anniversari che ricorrono in questo 2024, centenario della scomparsa del compositore e il traguardo delle 70 edizioni dell’unico festival al mondo dedicato a Giacomo Puccini, nato nel 1930  voluto dalla Città di Viareggio per celebrare il Maestro  che a Torre del Lago  prima,  e Viareggio poi,  scelse di vivere. Un ambiente quello di Torre del Lago  che ha conservato tutto il fascino che aveva stregato Puccini e che per queste speciali celebrazioni ha visto tanti interventi di restauro conservativo  volti a valorizzare questo luogo che ha ispirato la maggior parte dei capolavori del Maestro.

Attraverso l’esecuzione della sua opera, nei luoghi della loro creazione, dichiara il presidente della Fondazione Luigi Ficacci – il nostro intento è produrre per il pubblico l’esperienza dal vivo degli elementi intrinseci al genio pucciniano, in una condizione speciale, distinta dalle deformazioni e dagli equivoci impliciti nella riproduzione musicale e nel suo abuso fuorviante”.

La prima volta nella storia delle sue 70 edizioni, il Festival Puccini  mette in scena in una sola stagione sette opere del Maestro di cui sei nuovi allestimenti. Una edizione celebrativa che la Fondazione Festival Pucciniano ha affidato alla sapienza e all’esperienza di un grande protagonista del teatro musicale italiano ed internazionale Pier Luigi Pizzi “ il mio impegno da direttore artistico è  stato quello di dare la massima coerenza stilistica possibile ai sei titoli che ho scelto e disposto in un progetto unitario. C’e un’idea che emerge dall’ordine cronologico alla base del programma: il rispetto da portare ai testi, poetici e musicali. Un rispetto che si esprime nel modo di restituirli allo spettatore cosi come sono, come l’autore li ha concepiti”  Ad inaugurare la stagione 2024 le opere “giovanili”  Edgar e Le Willis  “eseguirle insieme, prosegue Pizzi – l’una dopo l’altra, spiega anche il senso e l’importanza di quello che fu per lui un avvio di carriera e di creatività artistica. Benché distanziate da quasi un lustro, ambedue le partiture sono animate da una stessa concezione musicale, mostrano una stessa evidente caratteristica di scrittura: il sinfonismo che ha caratterizzato gli esordi del loro Autore”.

LE WILLIS

Le Willis, nell’edizione critica curata da Martin Deasy (Ricordi, 2020), ricostruisce la versione in un atto, che si distingue, sia strutturalmente, sia esteticamente, dalla revisione in due atti, presentando significative differenze nell’orchestrazione e peculiarità nella scrittura vocale. Di nuovo in scena a Torre del Lago – l’ultima volta qui fu rappresentata nel 2019 – la nuova produzione di Le Willis vede regia, scene e costumi firmati da Pier Luigi Pizzi.

 Massimo Zanetti sarà sul podio dell’Orchestra del Festival Puccini “ L’anno del centenario della morte di Puccini offre molti possibili spunti di indagine. Questo dittico nasce dal desiderio di mostrare, in un colpo solo, il Puccini degli esordi, prima del successo di Manon Lescaut. Per generosità melodica e maestria nell’orchestrazione non possiamo definire Le Willis  l’esito di un debuttante o di uno studente che aveva appena concluso il Conservatorio.”

Le Willis seducono i giovani per trascinarli con loro nelle profondità del mare: vittima di questa furia vendicatrice è l’infedele Roberto interpretato da Vincenzo Costanzo che, cercando la sua amata Anna Lidia Fridman,  morta di dolore per essere stata da lui abbandonata, viene trascinato ed ucciso durante la Tregenda; questa diabolica danza vede le coreografie –  in scena 20 ballerini – affidate a  Gheorghe Iancu, storico partner di Carla Fracci e che da trent’anni collabora  con  Pier Luigi Pizzi. Nel ruolo del padre di Anna, Guglielmo Gulf, troviamo Giuseppe De Luca. Completa il cast Il Coro del Festival Puccini sotto la guida di Roberto Ardigò

La scena

Domina il palcoscenico un gigantesco ledwall (26metri x 8 metri) che – afferma Pizzi– ha il vantaggio di realiz­zare una tridimensionalità in movimento e di conferire alla sceno­grafia una maggiore verità spaziale.

La foresta è caratterizzata da bellissimi alberi in fiore che si spogliano di tutta la loro bellezza con  lo svolgersi della vicenda che termina con la morte dei due protagonisti.

 EDGAR

Titolo raramente rappresentato sui palcoscenici operistici nazionali ed internazionali (sono trascorsi infatti già 16 anni dalla sua ultima presentazione al Festival Puccini- ed è solo  la seconda volta che viene rappresentato in 70 edizioni),  Edgar debuttava  21 aprile 1889, domenica di Pasqua, al Teatro alla Scala, una partitura che non dava ancora la misura del talento del compositore ma che non mancò di raccogliere giudizi positivi e di apprezzamento dal pubblico e dalla critica.

Anche Edgar –  seconda opera di Puccini –  verrà proposta nella sua versione originale in quattro atti nella ricostituzione sull’autografo a cura di Linda Fairtile con la supervisione di G. Dotto e C. Toscani . Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi “ abbiamo optato per quella in quattro, tenendo però conto delle perplessità, dei ripensamenti che colsero Puccini stesso. L’opera è lunga, la prima versione è densa di idee, di forti temi musicali e di ampie pagine sinfoniche, ma c’e anche qualche eccesso narrativo. L’autore se ne rese conto e applicò tagli consistenti alla partitura originaria, arrivando a sopprimere il quarto atto drasticamente. E’  una scelta, quest’ultima, che non saprei spiegare e che non mi convince, perché a mio parere il quarto atto di Edgar e quello che forse contiene il maggior numero di pagine precorritrici di importanti sviluppi del linguaggio pucciniano.

Sul podio dell’Orchestra del Festival Puccini Massimo Zanetti «La modernità di Puccini nasce con “Le Villi” e “Edgar”. Edgar in particolare – dichiara Massimo Zanetti–  è come un pentolone da cui Puccini attingerà negli anni, per assimilazione, per contrasto, per ripensamenti successivi».  Ad interpretare la storia che si svolge in un villaggio delle Fiandre troviamo il  giovane Edgar, Vassiliii Solodkyy  che nonostante l’affetto per la dolce Fidelia Lidia Fridman, non riesce a resistere al fascino della provocante Tigrana Ketevan Kemoklidze una zingara, orfana, allevata dalla gente del paese e di cui è innamorato anche il fratello di Fidelia Frank Vittorio Da Prato. Nel ruolo di Gualtiero, padre di Frank e Fidelia Luca Dall’Amico. Il disegno luci è curato da Massimo Gasparon. Le coreografie sono firmate da Gheorghe Iancu. Il Coro del Festival Puccini è istruito da Roberto Ardigò.   Il Coro delle voci bianche è diretto da Viviana Apicella. Il disegno video è di Matteo Letizi

 

Un Festival che Pier Luigi Pizzi ama definire “Imperdibile!” per tutti gli appassionati pucciniani e per tutte le persone interessate alla musica che a Torre del Lago, oggi Torre del Lago Puccini, potranno ritrovare l’atmosfera di dolce quiete che ancora si respira camminando sul Belvedere di questo borgo toscano da cui Puccini trasse ispirazione durante i trent’anni in cui vi abitò. Nella sua casa, oggi Mausoleo,  sono custodite dalla Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini le testimonianze della sua straordinaria vita artistica e umana.