(A.G.) Beethoven soffriva di pancreatite cronica, che gli causava forti dolori all’addome. Nel 1812 la malattia costrinse il compositore a letto, causandogli disidratazione e prostrazione. Ai frequenti attacchi si associava l’anoressia. Al comparire della malattia beveva molto alcool per lenire i dolori addominali e, nonostante non traesse giovamento alla sua salute, non smise mai di bere.
Annoverato tra i massimi geni della storia della musica, nonostante la sordità  che lo colpì prima ancora di aver compiuto i trent’anni, egli continuò a comporre, dirigere e suonare, lasciando una produzione musicale incredibile. Nel 1802 tentò il suicidio, poichè esaurito psicologicamente dalla percezione che la sordità stava aumentando ed si annovera che visse gli ultimi 8 anni della sua vita totalmente sordo.
Era scapolo e parecchio disordinato, vivendo in una confusione senza precedenti. Nessun servitore tollerava tanto disordine ed il suo carattere denso di nervosismo. Maleducato, non conosceva le buone maniere, era suscettibile, misantropo e convinto che ogni persona che avesse a che fare con lui volesse solo imbrogliarlo e tendergli trappole, ma sotto questa scorza apparentemente dura aveva un animo sensibile e delicato capace di provare intense emozioni.
Sembra che Ludwig van Beethoven non amasse la carne, ma il pesce, in particolare il nasello con patate. Si annovera che si concedesse un caffè a metà mattina dopo essersi alzato all’alba. Se rapito dal suo lavoro di compositore, dimenticava il pranzo. Se si concedeva una pausa per mangiare, sceglieva di pranzare in una trattoria. Si lasciava ingolosire da maccheroni col cacio grana o dalla zuppa di almeno dodici uova affogate. La cena era leggera, spesso la saltava o mangiava una minestra o ciò che era avanzato dalla cena precedente.
Sembra che alla morte di Beethoven, avvenuta a Vienna il 26 marzo 1827, Anton Schindler trovò in un cassetto segreto del suo scrittoio un documento attraverso il quale si evinse la disperazione per la sordità del compositore tedesco, ma non solo, poichè fu trovata anche una lettera dalla quale trasparì l’amore per una donna misteriosa. Chi? Giulietta Guicciardi moglie del conte Robert von Gallenberg che fu allieva di Beethoven.
Infatti la popolarissima sonata per pianoforte –Al chiaro di luna-, datata 1801, fu dedicata proprio alla Guicciardi.